Storia di Casa di Riposo Villa Clorina
Un soggiorno nella storia
La costruzione ed i cambiamenti costruttivi
Lo stabile risale ai primi del '900 e fu costruito nel cuore di Baceno per essere adibito alla duplice funzione di albergo e ristorante. Il nome originario era Albergo Ristorante Italia e voleva essere un luogo di riposo e soggiorno su quella che era l'antica strada dei mercanti verso il passo d'Arbola.
A questo periodo risale un quadro storico rappresentante la struttura. La rappresentazione nel dipinto appare alquanto libera e questo a pensare che fosse stato realizzato in fase di progetto della stessa. I colori sono molto chiari e gli spazi ampliati rispetto alla realtà. Le proporzioni delle parti sono idealizzate, così come anche la parte di strada antistante e i terreni che circondano la proprietà. Anche la prospettiva, realizzata da un ideale punto di vista aereo, non è esatta. Sicuramente il motivo dell'inesattezza è dato dall'impossibilità dell'artista di trovarsi a dipingere da quel punto di vista sopraelevato. Il tutto appare come un collage ideale di una visione complessiva di quello che un osservatore sperimenta trovandosi sul luogo. L'edificio fu evidentemente pensato già allora per scopi turistici in quanto sul quadro sono riportati suggerimenti pubblicitari per alloggi estivi e possibilità di passeggiate nei dintorni.
Interessante è il fatto che il dipinto venne dimenticato nella soffitta fino al 2015, quando venne ritrovato per caso durante lo svolgimento di lavori di manutenzione. Ora è appeso bene in vista nella sala da pranzo.
Sul retro del quadro è incollata una marca da bollo da due lire raffigurante Vittorio Emanuele IIII. Questo tipo di marca da bollo risale agli anni 1930-1931 e fa supporre che il dipinto sia stato spedito in struttura in quegli anni. Una conferma della presenza della costruzione già agli inizi degli anni '30 esiste anche una foto del paese di Baceno risalente al 1930 in cui si vede già la struttura all'ingresso del paese. Purtroppo non si intravedono i dettagli costruttivi dell'epoca. Il paese appare in questi anni ancora molto piccolo e molte case che è possibile vedere oggi allora non esistevano. Al loro posto c'erano solo prati verdi. Il simbolo onnipresente in tutte le raffigurazioni del paese rimane come consueto la chiesa monumentale di san Gaudenzio in Baceno.
La prima foto storica chiara che ci è pervenuta raffigura la struttura presumibilmente durante la stagione invernale poiché si vedono delle lingue di neve. L'anno dello scatto non è noto. Dal confronto con il dipinto rinvenuto si notano alcune differenze. Prima fra tutte il nome dell'attività, che è stato cambiato in Albergo Isotta, e la destinazione d'uso che è dedicata unicamente all'attività alberghiera e non più anche alla ristorazione. E' possibile osservare le proprietà circostanti come in realtà erano, così come la reale architettura ella struttura.
Le principali differenze rispetto ad oggi sono sia la conformazione del tetto della torre, che appare balconata, sia la doppia scalinata di accesso all'ingresso principale collocato al primo piano. In un periodo successivo il tetto balconato è sparito, così come la doppia scalinata che ha lasciato il posto ad ampie finestre al piano terra. Il motivo è stata probabilmente la necessità di ambienti più luminosi. Di questa fase non ci è purtroppo pervenuto materiale fotografico, ma la stampa di un disegno del 1966 ne testimonia i cambiamenti.
Durante i lavori di ristrutturazione nel 2005 ci sono stati altri due cambiamenti strutturali. Come prima cosa il giardino antistante è stato ridotto per creare un passaggio pedonale che ne facilitasse l'accesso. In secondo luogo le ampie finestre rettangolari del primo piano sono state rifinite con delle strutture ad arco come contorno superiore.
Il periodo della guerra ed il dopoguerra
Non ci sono stati rilevanti cambiamenti fino al periodo della seconda guerra mondiale. Secondo i racconti dei più anziani, durante la seconda guerra mondiale lo stabile fu scelto, per motivi strategici, come quartier generale dalle forze tedesche durante l'occupazione tedesca in Italia dal 1943 al 1945.
La disponibilità di stanze, ampi spazi comuni, e la favorevole posizione sulla strada principale, che già all'epoca era facilmente percorribile, furono sicuramente i motivi della scelta.
Al termine dei conflitti, non essendo più utile a scopi militari, la struttura fu dismessa e lasciata decadere in disuso.
Una pregevole stampa di un disegno a matita del 1966, utilizzata oggi anche sotto forma di cartolina, raffigura la struttura come era all'epoca in una vista che va dal centro di Baceno verso la valle.
La modernizzazione della struttura
Nulla accadde fino al 2005 quando, dopo anni di abbandono, parte il progetto di modernizzazione e ristrutturazione dello stabile. Lo scopo era il recupero della struttura per l'originaria funzione di ricezione ospiti.
Il progetto prevede due attività che collaborano strettamente all'interno della struttura. Esse sono la casa di riposo Villa Clorina e il ristorante Antica Baceno.
In questa fase vengono apportati significativi cambiamenti allo stabile in conformità alle leggi vigenti. Viene allestita un'ampia cucina, installato l'ascensore e rivista completamente la planimetria interna per consentire ad ogni camera di avere a disposizione un bagno privato. All'esterno sono inoltre predisposti dei parcheggi nel piazzale antistante.
I lavori si protraggono fino al 2007, anno in cui viene inaugurata la nuova apertura.
Dopo anni di attività la parte di ristorante cessa in favore della struttura per anziani che, ormai avviata, necessita di spazi maggiori. È questo il momento in cui casa di riposo Villa Clorina acquista gli spazi che erano dedicati alla ristorazione, per poter gestire più agevolmente gli ambienti interni come la sala da pranzo degli ospiti e gli ambienti di svago come la palestra e la sala lettura.
Fonti:
- Foto di Villa Clorina s.r.l.
- Cartoline di Baceno
- Wikipedia - Campagna d'Italia (1943-1945)
- Storia di Baceno - di Paolo Crosa Lenz e Enrico Rizzi - opera edita dal comune di Baceno con il contributo della Fondazione c.t.r. di Torino - 2006